Meglio un NFT o un’opera d’arte fisica?
The Currency è il progetto avviato nel 2016 da Damien Hirst. Comprende 10 mila lavori su carta che hanno il loro corrispettivo in file digitali NFT. Tutti rigorosamente a tema pois con cui l’artista ha lavorato negli ultimi trent’anni.
Quali sono le curiosità digitali che si nascondono dietro a questo progetto?
1. Il titolo di ogni opera è stato generato applicando il machine learning ad alcune delle strofe di canzoni preferite dall’artista.
Il titolo della prima opera tra le 10mila è “Totally gonna sell you”.
2. Per certificare l’autenticità ogni opera è dotata di:
un’immagine olografica di Hirst
una sua firma
un numero di serie
un microdot.
3. Dopo un anno dall’acquisto i proprietari di quelle 10mila opere, esistenti sia in forma fisica che come NFT, avrebbero dovuto scegliere se tenere l’NFT (e vedere bruciata la rispettiva opera fisica) o se invece tenere l’opera fisica, ma perdere la proprietà del relativo NFT.
4. Grazie all’intelligenza artificiale i 10.000 dipinti sono stati catalogati secondo 4 variabili: quanto sono sovrapposti i pois, la quantità degli schizzi, la texture e la densità delle figure.
5. Per realizzare gli NFT è stata utilizzata Heni, una piattaforma che si basa sulla blockchain Palm. Si tratta di una sidechain di Ethereum specializzata nel mining di NFT economico e a basso impatto ambientale.
Gli NFT vincono sulle opere “in real life”? Un anno dopo, le risposte degli acquirenti sono così distribuite: 5.149 collezionisti hanno scelto di preservare le opere fisiche, 4.851 hanno preferito invece le opere NFT.
Ciò che non tutti gli artisti chiariscono è che smaterializzare l’arte, più che un gesto estetico, significa sperimentare qualcosa di totalmente nuovo.
Hirst, da sempre provocatore e anticipatore di nuove tendenze artistiche ha dichiarato:
“Ancora non so che cosa sto facendo e non ho idea di cosa riservi il futuro, né se avranno più valore gli NFT o le opere fisiche. Ma questa è l’arte”.
E voi quale pensiate sarà il futuro degli NFT nel mondo dell’arte? Ennesima bolla finanziaria? Nuova prospettiva estetica? Esperimento sulla percezione del pubblico dell’arte digitale?
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