Riconoscimento vocale: lo ha inventato il cinema?
Blade runner (1982)
L’iconico film è ambientato nel 2019, in una Los Angeles distopica.
L’accesso alla casa del cacciatore di taglie Rick Deckard richiede una vera e propria autenticazione a doppio fattore: prima l’identificazione delle impronte vocali e poi l’inserimento di un codice. Questa scena anticipa effettivamente il trend delle smart home e di tutti i device oggi dotati di comando vocale!
Star Trek (1984)
Nel terzo capitolo cinematografico della saga che narra le avventure del Capitano Kirk e della flotta stellare Enterprise, il riconoscimento vocale è centrale per lo svolgimento delle varie scene e l’evolversi della trama. L’identificazione della voce del capitano Kirk è, infatti, in grado di autorizzare diversi comandi, tra cui il processo di autodistruzione della nave stellare Enterprise.
Solo nel 1986, il centro di ricerca italiano CSELT presentò alla conferenza Eusipco 86, in Olanda, un microprocessore VLSI, il primo per il riconoscimento vocale in ambito telefonico: RIPAC (RIconoscimento del PArlato Connesso).
Insomma, l’industria del cinema ha previsto l’introduzione del comando vocale portandolo sui grandi e piccoli schermi. Quello che sembrava essere uno scenario fantascientifico, oggi è stato ampiamente superato grazie alle applicazioni dell’AI in questo settore.
La facilità di utilizzo della tecnologia vocale oggi, grazie al suo buon livello di sofisticatezza, ha il vantaggio di essere molto più accessibile a persone di ogni età, senza che abbiano particolari abilità tecniche.
Inoltre, l’uso della voce, si prevede permetterà a milioni di persone che non possono né leggere né scrivere di usufruire agevolmente di mezzi e contenuti tecnologici.
Al momento l’obiettivo dei leader del settore come Google è di impiegare algoritmi di modellazione del linguaggio che permettano una comprensione maggiore delle imperfezioni nel parlato (come gli “ehm” o le pause) e risposte più fluide.
E tu come pensi sarà il futuro di questa tecnologia?
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