Margaret Hamilton l’informatica che conquistò la luna
L’acronimo STEM, dall’inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics, è un termine utilizzato per indicare le discipline scientifico-tecnologiche. Secondo il luogo comune questo settore è a predominanza maschile, eppure gli esempi di donne pioniere nel campo dell’informatica e della High Tech sono tantissimi.
Nella lista stilata da Forbes nel 2015 le persone più influenti operanti nella Tech Industry erano il COO di Facebook, Sheryl Sandberg, il CEO di Youtube, Susan Wojcicki, e il CEO di Yahoo! Marissa Mayer: tre donne alla guida di colossi dell’informatica.
Conoscevate la storia della donna che ha senza dubbio dato una grossa spinta al primo viaggio dell’uomo sulla Luna? Leggete la short bio di Margaret Hamilton, la donna che ha progettato i computer di bordo dell’Apollo 11.
Margaret Hamilton nasce il 17 agosto 1936 a Paoli, nello Stato dell’Indiana. Si laurea in matematica e filosofia all’ Earlham College di Richmond nel 1958.
Per aiutare la famiglia Margaret accetta un lavoro al Massachusetts Institute
of Technology (MIT), dove lavora per il laboratorio del Professor Edward Norton Lorenz.
Dal 1961 al 1963 si unisce al progetto Semi Automatic Ground Environment (SAGE) presso il Lincoln Laboratory.
In questi anni idea il software per il prototipo del supercomputer AN/FSQ-7 (l’XD-1 della IBM), poi utilizzato dall’aviazione militare statunitense per il rilevamento di missili o aerei nemici.
Nel 1964 Maragaret scopre che il laboratorio in cui lavora ha appena stipulato un contratto con la NASA e con l’obiettivo di cimentarsi in qualcosa di nuovo invia la sua candidatura.
Il progetto cerca degli sviluppatori per costruire i software di bordo dei programmi Apollo, per mandare l’uomo sulla Luna. Diventa proprio lei la prima programmatrice assunta.
In questo periodo sviluppa il software di bordo del programma Apollo 11: un elenco di codici e comandi alti quanto lei che permisero al computer di lavorare correttamente risolvendo un sovraccarico di attività proprio nel momento critico dell’allunaggio.
Margaret garantì così il successo di una delle missioni più iconiche della storia dell’uomo.
Il suo grande lavoro la fa avanzare di ruolo, tanto da essere promossa alla guida della squadra di sviluppo software per le navicelle spaziali con equipaggio, fino ad arrivare a dirigere un team di cento ingegneri.
Nel 1986 riceve l’Augusta Ada Lovelace Award dalla Association for Women in Computing.
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